Fra le tante problematiche che interessano l’alluce ce n’è una che gli sportivi conoscono bene ma per gli altri è abbastanza nuova. Parliamo del cosiddetto alluce da tappeto erboso, o in inglese Turf Toe. Parliamo di una sindrome diffusa per chi sollecita costantemente l’avampiede in modo anomalo come appunto chi pratica sport come basket, tennis e calcio. Approfondiamo meglio questa condizione.
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Cosa è l’alluce da tappeto erboso
La sindrome viene scatenata da un movimento ripetuto e innaturale dell’avampiede, basti pensare ai giocatori di calcio e altri sport che costantemente accelerano piegando i piedi e costringono le articolazioni a sorreggere grandi pesi. Pensiamo ai giocatori di rugby che si scontrano a terra, calciatori che corrono lungo la linea del campo, tennisti che flettono continuamente piedi e gambe per dare ai colpi la giusta spinta: tutte queste situazioni vanno a creare uno stato infiammatorio lieve che con il passare del tempo può peggiorare. L’alluce colpito dalla sindrome si presenta gonfio e il dolore si concentra sotto il primo dito del piede.


L’articolazione dell’alluce
Facciamo un passo indietro analizzando la composizione dell’articolazione dell’alluce, robusta ma al tempo stesso delicata. Questo dito è molto importante perché più di tutti contribuisce a sorreggere il peso corporeo e i vari movimenti. L’alluce è mantenuto in posizione stabile dai legamenti collaterali, che ne impediscono appunto lo spostamento laterale. Abbiamo poi il flessore breve, un tendine che ha il compito di stabilizzare il corpo durante la spinta.
All’interno di questo elemento ci sono le ossa sesamoidi che sono le responsabili della corretta distribuzione del piede su tutta la pianta. Infine abbiamo un tessuto composta da fibre chiamato piastra plantare, il quale ha il compito di evitare l’eccessiva estensione dell’articolazione, mantenendola invece compatta. Il lavoro di tutte queste componenti è molto importante per sorreggere l’individuo e garantire un buon funzionamento del piede in ogni movimento.
Meccanismo traumatico
La lesione che si verifica nel Turf Toe è scatenata da un meccanismo traumatico chiamato iperestensione, in effetti l’articolazione viene estesa in maniera eccessiva e in continuazione. Questo comportamento rende sensibile sempre di più l’alluce e quindi il dolore in breve diventerà cronica. Il trauma viene generato in particolare quando l’alluce viene bloccato a terra e il tallone è in alto, ovvero la tipica posizione dei centometristi. Devi sapere che gli elementi che compongono internamente il piede sono molto delicati: tendini, ossa e legamenti che supportano l’alluce non devono essere troppo stressati perché si lesionano molto facilmente e questo è un esempio perfetto. A seconda della persona poi, il Turf Toe può assumere forme diverse e da una lesione non grave può presentarsi anche come una lussazione, uno stiramento, una lacerazione e nei casi più gravi anche la frattura delle ossa sesamoidi.
Quali sono le cause e i sintomi
Diffusissimo fra gli atleti per le motivazioni dette finora, l’alluce da tappeto erboso può essere provocato da diverse cause, ad esempio:
- Scarpe sportive troppo flessibili,
- Eccessiva potenza sull’avampiede,
- Traumi che derivano da sconti con altri giocatori,
- Superficie di gioco troppo rigida, tipica dei campi erbosi artificiali, da qui il nome di alluce da tappeto erboso.
C’è un unico sintomo da tenere in considerazione come campanello d’allarme, ossia il fastidio al di sotto dell’alluce che se trascurato si trasformerà presto in un dolore più acuto, accompagnato da gonfiore.
Come possiamo intervenire
Innanzitutto, anche se questa problematica dell’alluce si riscontra ad occhio nudo, è sempre importante effettuare esami più approfonditi sia per confermarla che per stabilirne la gravità. La radiografia è la soluzione migliore per delineare il quadro generale della situazione, accompagnata anche se serve dalla risonanza magnetica. In base a questi esami il medico potrà applicare delle fasciature sospendendo l’attività sportiva momentaneamente o nei casi più gravi, in via definitiva.
Per gestire il dolore possiamo assumere antinfiammatori e farci seguire da un fisioterapista ma laddove i rimedi cosiddetti conservativi non fossero sufficienti ci sono altre strade da seguire:
- Primo grado: quando la problematica è di primo grado si intende il solo stiramento dei legamenti quini non ci sono ecchimosi e l’infiammazione è ai livelli minimi. Per questa tipologia di Turf Toe possiamo applicare impacchi di ghiaccio e antinfiammatori, oltre a calzature a suola rigida che offrono un miglior supporto al piede. Anche l’attività sportiva va modificata riducendo la velocità e i salti;
- Secondo grado: in questa seconda condizione la situazione è leggermente peggiore perché si verifica una parziale lacerazione dei legamenti e quindi oltre al dolore avremo anche una limitata funzionalità dell’alluce. Oltre al ghiaccio e i farmaci possiamo associare una regolare fisioterapia che con intervalli di circa 4 mesi, va a ridurre il recupero. Tuttavia se il dolore persiste è opportuno applicare dei bendaggi;
- Terzo grado: In questo caso la lacerazione legamentosa è molto più grave e il dolore molto intenso. L’alluce non riesce a svolgere le sue funzionalità, ci sono ecchimosi ed edemi, quindi è necessario immobilizzare l’articolazione e sospendere l’attività sportiva per un periodo che varia a seconda dei diversi casi.
Conclusioni
Tutti questi che abbiamo visto sono considerati rimedi conservativi e laddove non fossero risolutivi si può optare per la chirurgia che va a riparare i legamenti lesionati. Ci sono diverse soluzioni anche in questo caso, infatti grazie alle nuove tecnologie è possibile intervenire con operazioni mini-invasive se la situazione non è troppo grave, al contrario ci sarà bisogno di un intervento a cielo aperto. In caso di recidiva l’alluce può perdere completamente la mobilità diventando rigido e anche qui si può risolvere la situazione chirurgicamente. Riassumendo, qualsiasi sia l’entità del problema la cosa più opportuna da fare è non minimizzare ma prendere la faccenda seriamente, consultando un professionista.


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