pronazione piede

Pronazione: come riconoscerla e possibili rimedi4 min read

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Sia che si corra in modo amatoriale nel tempo libero, sia in maniera agonistica da runner, la corsa potrebbe generare una serie di disturbi che, se ignorati, potrebbero essere concretamente invalidanti. Uno dei disturbi più comuni in cui un podisti può incorrere è quello del dolore al piede, probabilmente generato da un carico eccessivo presente sul bordo più esterno del piede. Di che problema di tratta? Molto probabilmente è la pronazione nella corsa. In questo articolo andremo ad approfondirne il significato, le specifiche, e se vi sono dei possibili rimedi per tornare a correre senza nessun dolore.

Che cos’è la pronazione del piede: le caratteristiche

Quando si parla di pronazione del piede si intende un particolare tipo di disturbo che riguarda la sua fisiologica, oppure patologica, rotazione verso la parte interna: ne consegue che l’appoggio del piede diventerà maggiore rispetto all’avampiede esterno. Nel caso in cui sia una pronazione del piede fisiologica, essa è un disturbo derivato dal naturale atteggiamento che ha il piede – e il corpo stesso – durante il movimento, specialmente durante la corsa oppure la camminata veloce.

Ciò avviene in maniera automatica, al fine di poter distribuire e successivamente scaricare tutto il peso sul suolo nella maniera più efficace possibile. Secondaria, se la pronazione del piede fosse di natura patologica, ciò rientra come un disturbo di tipo disfunzionale, e può essere riconosciuta laddove l’introversione generata dall’arto sia eccessiva, compromettendo successivamente la salute dei tendini e delle articolazioni. Questo causerà dolore e tutta una serie di altri disturbi di tipo muscolo scheletrico.

Come riconoscere la pronazione del piede

Durante la camminata oppure la corsa, si può assistere a tre diverse fasi dell’appoggio del piede, e queste sono: il contatto, l’intermedia (o sostegno) e infine la spinta (oppure pre sospensione). Quando vi è il contatto, la parte del piede coinvolta è quella posteriore verso l’esterno, e riguarda ben il 25% del movimento stesso.

Durante la fase intermedia, invece, che occupa il 40% del movimento, possiamo assistere al piede che si pone in pronazione per poter ridurre l’impatto che vi sarà con il suolo: in questo caso, il punto di carico del piede passerà in maniera transitoria dalla parte esterna a quella interna. Infine, nella parte finale di spinta, il piede ruoterà di nuovo verso la parte esterna, andando in quella posizione che possiamo chiamare supinazione: ciò permetterà al corpo di proiettarsi in avanti durante il movimento.

Sia la pronazione, e in questo caso anche la supinazione, sono degli atteggiamenti assolutamente naturali e fisiologici, che ricoprono anche un ruolo essenziale per il corretto funzionamento del nostro movimento durante la corsa ovvero la camminata. È per questa ragione che quando uno di questi atteggiamenti, nel caso del nostro articolo la pronazione dunque, diventa un problema patologico laddove vi sia un mal funzionamento: questi disturbi potranno essere iperpronazione o ipopronazione.

appoggio piede

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Differenze tra iperpronazione e ipopronazione

Come potrebbe suggerire il nome stesso, la iperpronazione avviene quando la pronazione del piede risulta essere eccessiva, ossia quando il piede continua a ruotare eccessivamente verso l’interno anche dopo la fase intermedia del movimento, ossia l’impatto, senza lasciare spazio alla fase finale della spinta.

Questo problema comporta generalmente della tensione presente tra la tibia e il ginocchio, e ciò potrà causare molto dolore. Se non trattato, è un problema che genererà diversi eventi traumatici: è possibile addirittura poterlo vedere andando a controllare l’usura presente sulla suola delle scarpe, andando a visionare il loro lato interno. Questo genere di disturbo può altresì essere generato, oppure accentuato, dai piedi piatti oppure dalle ginocchia vare.

Al contrario, la ipersupinazione del piede, conosciuta anche come ipopronazione nella sua variante più moderata, avviene quando il movimento di pronazione risulta essere insufficiente. Con il passare del tempo, essa potrà generare diverse infiammazioni, come ad esempio il tendine d’Achille, la sindrome della bandelletta ileotibiale oppure la fascite plantare. Anche per esssa, sarà possibile vedere gli effetti della ipopronazione direttamente sulla suola delle scarpe, visionando l’usura di esse nella parte laterale esterna.

Possibili rimedi per la pronazione

Dopo aver ricevuto una corretta diagnosi della pronazione del piede, sarà possibile porvi rimedio in diverse modalità. Per un’azione immediata di sollievo bisognerà applicare del ghiaccio sulla zona di interesse, oltre che unguenti e pomate antinfiammatorie. Successivamente, la fisioterapia potrà essere utile per correggere, rinforzare la muscolatura e diminuire il dolore, rieducando l’appoggio del piede durante la camminata o la corsa. Infine, se il problema non dovesse risolversi e ridurre la qualità della propria vita, si potrà anche ricorrere a dei trattamenti al piede di stimolazione mediante laser, interventi chirurgici e tecarterapia.

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