I piedi sono considerati la colonna portante del corpo umano e influenzano l’intero sistema posturale. Spesso possono esserci degli squilibri e delle patologie che apparentemente sono asintomatici ma che comportano delle importanti conseguenze sull’intero sistema posturale. Il piede valgo e il piede varo sono due condizioni patologiche e rientrano nel novero delle cause di malformazione dei piedi. Queste patologie presentano delle differenze sostanziali, vediamo nello specifico di cosa si tratta.
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Piede valgo: cos’è
Non esiste solamente l’alluce valgo ma come vedremo fra le problematiche che interessano il piede possiamo avere anche il piede valgo. Il termine valgismo è una patologia che sta ad indicare una malformazione del piede, di natura congenita, che si sviluppa verso l’esterno o verso l’alto. Il valgismo è una patologia che interessa gran parte della popolazione, nonostante ciò, compare in una forma molto lieve e non facilmente riconoscibile ad occhi nudo, soprattutto se non si è esperti del settore.
Curare questo disturbo è molto semplice, basterà riconoscerlo in età adolescenziale e seguire uno specifico percorso indicato da un professionista. Questa patologia interessa l’ossatura del piede, provocando danni di importante rilevanza, difatti, vizia la struttura plantare conducendo il soggetto a scaricare il peso corporeo sulle articolazioni piuttosto che sul piede.
Piede varo: cos’è
Il piede varo, diversamente da quello valgo, è una patologia facilmente riconoscibile ad occhio nudo. Difatti, in questo caso è possibile notare come l’asse del retropiede è indirizzato verso l’intero e anche il calcagno risulta piegato verso l’esterno rispetto l’asse della gamba.
Chi soffre di questa patologia assume una posizione particolare, osservando i piedi è possibile notare come il soggetto carichi il peso corporeo appoggiando il piede sulla superficie solo con il bordo esterno, lasciando la parte interna completamente sollevata. Difatti, in questi casi la suola della scarpa è maggiormente consumata sul lato esterno.
Questa patologia ha natura congenita ma può derivare anche da cause acquisite nel tempo configurando in questo caso la fattispecie del piede torto. Quest’ultimo è riconducibile a due specifiche patologie: iperpressione esterna della rotula e difetto della copertura della testa femorale. Il piede varo comporta inevitabilmente delle problematiche alla caviglia, provocando instabilità e nella maggior parte dei casi si associa al piede cavo.
Piede piatto e piede cavo: cosa sono?
Oltre al piede valgo e al piede varo ci sono altre patologie che interessano il piede. Il piede piatto e il piede cavo sono due anomalie del corpo umano che non consentono all’essere umano di appoggiare in modo corretto il piede al suolo, provocando in questo modo spiacevoli conseguenze, soprattutto al sistema posturale. Difatti, in questi caso la volta plantare risulta o troppo bassa o troppo alta rispetto a come dovrebbe essere. Prima di addentrarci nell’analisi di questi due fenomeni è bene conoscere il concetto di volta plantare.
Quest’ultima ha lo scopo di sostenere la pianta del piede, attraverso la presenza di tre archi di diversa natura, aiutando il nostro corpo a scaricare il peso corporeo in modo adeguato. L’appoggio del piede si suddivide in tre momenti che si susseguono perfettamente tra di loro: appoggio della parte anteriore, meglio conosciuto come avampiede, parte posteriore e infine parte mediana grazie alla quale entriamo in contatto con la superficie con solo 1/3 della pianta.
Piede piatto: di cosa si tratta?
A seguito del cedimento della volta plantare, la pianta del piede entra direttamente in contatto con la superficie. Questo meccanismo è tipico della patologia “piede piatto”. Le cause di questa patologia possono essere svariate: genetica e spesso accade anche nei soggetti caratterizzati dalla cosiddetta brevità del tendine di Achille; obesità; o a causa dell’adozione di una postura scorretta che a lungo andare può comportare l’insorgere di questa patologia.
In questo caso osservando la suola della scarpe è possibile notare un consumo maggiore concentrato nella parte interna, poiché chi soffre di questa patologia ha una maggiore carica nella fase di ammortizzazione e non in quella di spinta. Questa anomalia del piede, nella maggior parte dei casi è riconducibile al piede valgo, provocando dolori al piede, alla caviglia che potrebbe estendersi anche alla schiena.
Piede cavo: di cosa si tratta?
Diversamente dal piede piatto, il piede cavo presenta una volta plantare eccessivamente elevata che assume una forma concava. Le origini di queste condizioni sono diverse: lesioni traumatiche, infiammatorie e anche patologiche e non solo, anche a seguito di abitudini apparentemente corrette ma che potrebbero peggiorare questa patologia come: utilizzo costante di scarpe antinfortunistiche, tacchi a spillo e soprattutto cattive abitudini degli sportivi.
A differenza del piede piatto, quello cavo è molto incisivo nella fase di spinta, provocando un maggior consumo delle suola nella parte esterna. Nella maggior parte dei caso questa patologia non manifesta specifici sintomi, ma nella peggiore delle ipotesi può ricollegarsi al piede varo provocando non poche deformità del piede, un esempio ci viene fornito proprio dalle dita a martello.
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Piede piatto e piede cavo: i trattamenti necessari
Correggere un’anomalia del piede è molto complesso, in quanto occorre prendere in considerazione soprattutto l’età del paziente, in base a quest’ultima i risultati potrebbero variare notevolmente. In linea generale gli strumenti adottati per curare questa patologia sono essenzialmente scarpe ortopediche e intense sessioni di fisioterapie.
Inoltre, il paziente è tenuto a seguire una specifica dieta se presenta problemi di obesità. Durante il percorso il paziente potrebbe accusare forti dolori, in questo caso lo specialista potrebbe prescrivere degli antidolorifici per placare una situazione di sofferenza. In alcuni casi, scarpe ortopediche e sessioni di fisioterapia potrebbero non bastare, diventerà indispensabile ricorrere ad un intervento chirurgico per mettere fine a questa particolare patologia donando al paziente una nuova prospettiva di vita.


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